The government now has the chance to fulfil what has become a somewhat jaded promise: to make Britain the “safest place in the world” to be on the internet, by bringing forward the online safety bill, ensuring that the changes needed to protect children are enshrined in law. For families like Molly’s, and the countless anonymous, voiceless families who have carried the cost of industry’s negligence, the online safety bill must deliver regulation that embeds children’s safety at the heart of every social media site. It needs to be a robust piece of legislation that sets out children’s rights and needs in enforceable codes of practice, which ensure child safety is not optional but simply a price of doing business – just like any other sector.

Il governo ha ora la possibilità di mantenere quella che è diventata una promessa un po' stanca: rendere la Gran Bretagna il "posto più sicuro del mondo" su Internet, anticipando il disegno di legge sulla sicurezza online, assicurando che i cambiamenti necessari per proteggere i bambini siano sancito dalla legge. Per le famiglie come quella di Molly e le innumerevoli famiglie anonime e senza voce che hanno sopportato il costo della negligenza del settore, il disegno di legge sulla sicurezza online deve fornire una regolamentazione che incorpori la sicurezza dei bambini al centro di ogni sito di social media. Deve essere un solido atto legislativo che stabilisca i diritti e le esigenze dei bambini in codici di condotta applicabili, che garantiscano che la sicurezza dei bambini non sia facoltativa ma semplicemente un prezzo per fare affari, proprio come qualsiasi altro settore.