The result? Confusion and frustration. For example, priestly celibacy is not a dogma, he accurately informed Infobae, but a “discipline” that can be “reviewed” – indeed a few years ago it was hotly anticipated that the rule would be lifted in the Amazon. Instead, the discipline stayed put, and only last year Francis called celibacy a “gift”. So, where do we stand? Where are we going? Perhaps the Pope would like to change things but can’t evade the brick wall of tradition and teaching, hence he’s tried to edge around it by triggering a “synodal way” that encourages local churches to discuss how they do things and investigate reform. The problem is that if you tell people you want to hear their opinion, they’ll oblige, and the German synod delegates have just voted not only to re-examine celibacy and same-sex blessings, but engage with the very gender ideology Francis has called “demonic”. No doubt this will all be cleared up in another interview. Curiously, devolution and debate are permitted in some areas but not all. A rare source of growth in the Western church are services that use the Latin Mass, the rite used before the 1960s. Francis loathes it and his acolytes are busily suppressing it – because it is old and, he imagines, a Trojan Horse for opposition to whatever it is he’s doing with the Church. This is paranoia. The vast majority who attend the Latin Mass do so largely because it is pretty. Today one can attend private Latin Masses said by a priest that, if you happen to know when he’s doing it and if the door is carelessly left unlocked, you can slip in at the back and participate. It is like living in the Soviet Union. Francis says he wants a church with “open doors”, so what does it say about his pontificate that a rite practised for centuries, a rite that in no way contradicts teaching and is attended by faithful Catholics, has been driven underground? These unjust, contradictory methods are doing nothing to fix the Church’s real problems. General Mass attendance is down; vocations are struggling. The people who grumble the most about Francis are priests, sick of being described as “rigid” by a man who gives every impression of disliking them. Stories of corruption leak out: a former chief-of-staff has been indicted for alleged financial crimes (he asserts his innocence). The sadness of my fellow Catholics upsets me, but my own way of handling the madness in Rome is to ignore it. People ask, “Did you hear what the Pope said yesterday?” I reply: “No, and don’t tell me.” For me, the Christian life is rooted in prayer and the sacraments; counterintuitively, I’ve read more about religion and strengthened my faith greater during this sad era than before. Shutting out the noisy gossip makes room for grace. I suspect much of the Church is doing the same. We’ve entered a kind of internal catacomb, hiding away, waiting for the pontificate to end. Not just for our own sake but out of brotherly love for Francis. He seems so desperately unhappy. His memory of lockdown, he told Rodari, was “It was raining and there were no people … The Lord wanted to make us understand the tragedy, the loneliness, the darkness.” And the thing he misses from his previous life is “walking, going down the street … always with people”. The weight and isolation of the office is clearly an intolerable burden. His Holiness has earned a good rest.

Il risultato? Confusione e frustrazione. Ad esempio, il celibato sacerdotale non è un dogma, ha accuratamente informato Infobae, ma una “disciplina” che può essere “rivista” – infatti alcuni anni fa era stato caldamente anticipato che la regola sarebbe stata revocata in Amazzonia. Invece la disciplina è rimasta ferma, e solo l'anno scorso Francesco ha definito il celibato un “dono”. Quindi, a che punto siamo? Dove stiamo andando? Forse il Papa vorrebbe cambiare le cose ma non può eludere il muro di mattoni della tradizione e dell'insegnamento, quindi ha cercato di aggirarlo innescando una "via sinodale" che incoraggia le chiese locali a discutere come fanno le cose e indagare sulla riforma. Il problema è che se dici alle persone che vuoi sentire la loro opinione, loro ti acconsentiranno, e i delegati del sinodo tedesco hanno appena votato non solo per riesaminare il celibato e le benedizioni per persone dello stesso sesso, ma impegnarsi con la stessa ideologia di genere che Francesco ha detto "demoniaco". Senza dubbio tutto questo sarà chiarito in un'altra intervista. Curiosamente, la devoluzione e il dibattito sono consentiti in alcune aree ma non in tutte. Una rara fonte di crescita nella chiesa occidentale sono le funzioni che utilizzano la messa latina, il rito utilizzato prima degli anni '60. Francis lo detesta e i suoi accoliti lo stanno sopprimendo alacremente, perché è vecchio e, immagina, un cavallo di Troia per l'opposizione a qualunque cosa stia facendo con la Chiesa.Questa è paranoia. La stragrande maggioranza di coloro che partecipano alla messa in latino lo fa soprattutto perché è carina. Oggi si può assistere a messe latine private dette da un sacerdote che, se per caso sai quando lo sta facendo e se la porta viene lasciata sbadatamente aperta, puoi infilarti dal retro e partecipare. È come vivere in Unione Sovietica. Francesco dice di volere una chiesa con le “porte aperte”, quindi cosa dice del suo pontificato che un rito praticato da secoli, un rito che non contraddice in alcun modo l'insegnamento ed è frequentato da fedeli cattolici, è stato reso clandestino? Questi metodi ingiusti e contraddittori non fanno nulla per risolvere i veri problemi della Chiesa. La partecipazione alla Messa generale è in calo; le vocazioni sono in difficoltà. Le persone che si lamentano di più di Francesco sono i preti, stufi di essere definiti “rigidi” da un uomo che dà tutta l'impressione di non piacergli. Trapelano storie di corruzione: un ex capo di gabinetto è stato rinviato a giudizio per presunti reati finanziari (si dichiara innocente). La tristezza dei miei compagni cattolici mi sconvolge, ma il mio modo di gestire la follia a Roma è ignorarla.La gente chiede: "Hai sentito cosa ha detto ieri il Papa?" Rispondo: "No, e non dirmelo". Per me la vita cristiana è radicata nella preghiera e nei sacramenti; controintuitivamente, ho letto di più sulla religione e ho rafforzato la mia fede maggiormente durante questa triste era rispetto a prima. Chiudere i pettegolezzi rumorosi fa spazio alla grazia. Sospetto che gran parte della Chiesa stia facendo lo stesso. Siamo entrati in una specie di catacomba interna, nascondendoci, aspettando la fine del pontificato. Non solo per il nostro bene, ma per amore fraterno verso Francesco. Sembra così disperatamente infelice. Il suo ricordo del lockdown, ha raccontato a Rodari, è stato: «Pioveva e non c'era gente ... Il Signore ha voluto farci capire la tragedia, la solitudine, il buio». E la cosa che gli manca della sua vita precedente è “camminare, andare per strada … sempre con la gente”. Il peso e l'isolamento dell'ufficio sono chiaramente un fardello intollerabile. Sua Santità si è guadagnato un buon riposo.