Humans are tribal, gravitating towards those whom they look, act, feel and sound like. But that is not incongruous with supporting positive discrimination in society, promoting the visualisation of minorities in fashion or policing or politics. For the values that represent you formally are not necessarily jettisoned when you’re having fun. Which is what clubs are for. The all-male gents’ club mantra is fun. It is there for relaxation and enjoyment in pleasant surroundings, which suits members who like to grab hold of a dash of old-fashioned formality by adhering to the rule of the necessity to don a jacket and a collared shirt. And for those who don’t wear such attire in their day-to-day life, as most clubs have changing rooms, they can slip in on their bike, go through the back door, bung on a suit in the basement and emerge like a fruity toff ready for some chat and roast beef. An hour or two later and they’re once again fit for the matriarchy and nappy-changing. And don’t fret that these institutions are somehow secret cabals pulling the strings of world events. If there’s one rule at these clubs, it’s no business. That means no handing over of papers, no signing of documents, no tapping at the laptop, no convening of colleagues, no entertaining of clients and no chatting on the mobile, and any prospective member suspected of wishing to use the club to further their career or business is swiftly removed from the books. At another club I know well, one mainly for artists, a more casual affair, the no-mobile-phone policy is policed officiously by the staff. And how wonderfully rare and refreshing and right that is. You can’t even show a friend a photo. No, you have to summon up your creative powers to describe your children, your recent holiday or the painting you saw the other day.

Gli esseri umani sono tribali e gravitano verso coloro a cui assomigliano, agiscono, sentono e suonano. Ma ciò non è incongruo con il sostegno alla discriminazione positiva nella società, con la promozione della visualizzazione delle minoranze nella moda, nella polizia o in politica. Perché i valori che ti rappresentano formalmente non vengono necessariamente abbandonati quando ti diverti. A questo servono i club. Il mantra del club per soli uomini è divertente. È lì per rilassarsi e divertirsi in un ambiente piacevole, adatto ai membri che amano aggrapparsi a un pizzico di formalità vecchio stile aderendo alla regola della necessità di indossare una giacca e una camicia con colletto. E per coloro che non indossano questo tipo di abbigliamento nella vita di tutti i giorni, poiché la maggior parte dei club dispone di spogliatoi, possono infilarsi in bicicletta, attraversare la porta sul retro, infilarsi un abito nel seminterrato ed emergere come un toff fruttato pronto per qualche chiacchierata e roast beef. Un'ora o due dopo sono di nuovo pronti per il matriarcato e il cambio dei pannolini. E non preoccupatevi che queste istituzioni siano in qualche modo cabale segrete che tirano le fila degli eventi mondiali. Se c’è una regola in questi club, non è un affare.Ciò significa: non consegnare documenti, non firmare documenti, non intercettare computer portatili, non convocare colleghi, non intrattenere clienti e non chattare al cellulare, né qualsiasi potenziale membro sospettato di voler utilizzare il club per promuovere la propria carriera oppure gli affari vengono rapidamente rimossi dai libri contabili. In un altro club che conosco bene, uno principalmente per artisti, un ambiente più informale, la politica di non usare telefoni cellulari è vigilata zelantemente dallo staff. E quanto è meravigliosamente raro, rinfrescante e giusto. Non puoi nemmeno mostrare una foto a un amico. No, devi fare appello alle tue forze creative per descrivere i tuoi figli, la tua recente vacanza o il dipinto che hai visto l'altro giorno.