A new force is emerging in our politics. It’s not the “far-Right populism” that so many seem to fear. Quite the opposite. And the first step to getting to grips with it is to describe it honestly. Some see the attempt to cancel Nigel Farage at this week’s National Conservatism conference in Brussels as EU globalists cracking down on dissent. I don’t think that’s quite right. No doubt there’s little love for free speech in the EU institutions. But it has to be acknowledged that Alexander De Croo, the Belgian prime minister, spoke against the ban and a top Belgian court eventually overturned it. No, the real pressure seems to have come from elsewhere. The threat, real or imaginary, from far-Left “anti fascist” demonstrators seems to have played a part. But Emir Kir, the local mayor, justified his ban more on classic woke grounds: the supposed threat from nationalists and conservatives opposed to gay marriage and abortion. Yet Kir himself isn’t particularly woke, more of a machine politician backed by migrant votes. In 2019 he controversially accused the Belgian government on Saudi TV of behaving like Nazis for targeting Muslims in a security crackdown. Kir’s cherry on the top of this was a meeting in 2020 with members of the MHP, a half far-Right half Islamist Turkish nationalist party, which finally saw him kicked out of the Belgian Socialists. Where else have we seen this interweaving of far-Leftism, Islamism, and wokeism? Not so much in Davos. Much more on the streets of London protesting about Gaza. For if you look at those anti-Israel demonstrations, you see just those three elements. First, the convinced Muslims – whether just orthodox, fundamentalist, or genuinely extreme. Second, the old Leftists – communists, Socialist Workers, and the like. And finally, the fashionable supporters of woke causes, LGBT rights campaigners, identity politics believers. However unlikely it is that LGBT campaigners would be warmly received in Gaza, all show solidarity in their cause.

Una nuova forza sta emergendo nella nostra politica. Non è il “populismo di estrema destra” che tanti sembrano temere. Piuttosto il contrario. E il primo passo per affrontarlo è descriverlo onestamente. Alcuni vedono il tentativo di cancellare Nigel Farage alla conferenza sul conservatorismo nazionale di questa settimana a Bruxelles come un tentativo da parte dei globalisti europei di reprimere il dissenso. Non penso che sia del tutto corretto. Senza dubbio c’è poco amore per la libertà di parola nelle istituzioni dell’UE. Ma bisogna riconoscere che Alexander De Croo, il primo ministro belga, si è espresso contro il divieto e un’alta corte belga alla fine lo ha annullato. No, la vera pressione sembra provenire da altrove. La minaccia, reale o immaginaria, dei manifestanti “antifascisti” di estrema sinistra sembra aver avuto un ruolo. Ma Emir Kir, il sindaco locale, ha giustificato il suo divieto con motivi più classici: la presunta minaccia da parte di nazionalisti e conservatori contrari al matrimonio gay e all’aborto. Eppure lo stesso Kir non è particolarmente sveglio, più un politico macchina sostenuto dai voti dei migranti. Nel 2019 ha accusato in modo controverso il governo belga alla TV saudita di comportarsi come i nazisti per aver preso di mira i musulmani in una repressione della sicurezza. La ciliegina sulla torta di Kir è stato un incontro nel 2020 con i membri dell’MHP, un partito nazionalista turco metà di estrema destra e metà islamico, che alla fine lo ha visto espulso dai socialisti belgi.Dove altro abbiamo visto questo intreccio tra estrema sinistra, islamismo e wakeismo? Non tanto a Davos. Molto di più nelle strade di Londra per protestare contro Gaza. Perché se guardi quelle manifestazioni anti-israeliane, vedi proprio questi tre elementi. In primo luogo, i musulmani convinti – siano essi semplicemente ortodossi, fondamentalisti o genuinamente estremisti. In secondo luogo, i vecchi esponenti della sinistra: comunisti, operai socialisti e simili. E infine, i sostenitori alla moda delle cause del risveglio, gli attivisti per i diritti LGBT, i credenti nella politica dell’identità. Per quanto improbabile che gli attivisti LGBT siano accolti calorosamente a Gaza, tutti mostrano solidarietà alla loro causa.