Photography has a “sexist and racist past”, according to a new Tate Britain exhibition taking an activist look at the Margaret Thatcher years. The London gallery has opened a show titled The 80s: Photographing Britain, which charts “one of the UK’s most critical decades”. Information in the show states that photography has a “sexist and racist past”, which female artists selected for the show sought to address. Another section asserts that in the past “photography was a valuable tool for colonial powers”, as images “othered subjects and created racist stereotypes that legitimised the mission of empires”. Curated images seek to challenge this “colonial gaze”, according to information panels in the show, which looks at the era through an “activist lens”, and spans racist murders to a series of “black bodyscapes”.

La fotografia ha un “passato sessista e razzista”, secondo una nuova mostra della Tate Britain che offre uno sguardo attivista agli anni di Margaret Thatcher. La galleria londinese ha aperto una mostra intitolata The 80s: Photographing Britain, che ripercorre “uno dei decenni più critici del Regno Unito”. Le informazioni contenute nella mostra affermano che la fotografia ha un "passato sessista e razzista", che le artiste selezionate per la mostra hanno cercato di affrontare. Un'altra sezione afferma che in passato “la fotografia era uno strumento prezioso per le potenze coloniali”, poiché le immagini “alteravano i soggetti e creavano stereotipi razzisti che legittimavano la missione degli imperi”. Immagini curate cercano di sfidare questo “sguardo coloniale”, secondo i pannelli informativi nella mostra, che guarda all’epoca attraverso una “lente attivista” e spazia dagli omicidi razzisti a una serie di “paesaggi del corpo nero”.