It’s deeply peculiar. One the one hand, we have younger generations on whom woke thinking has been pushed to the point that, being impressionable, they’ve become its greatest cheerleaders, demanding access to safe spaces, trigger warnings and grievance airings wherever they go. To a relatively high proportion of 20 and 30-somethings, simply referring to biological sex is a micro-aggression. Indeed, the greatest animating issues for them are the climate crisis and the historical racism: they are noisily on the side of victims and would-be victims of each and every conceivable form of injustice, namely, the “marginalised”. But on the other hand, they are showing themselves to be increasingly authoritarian, unforgiving, and inhumane. It should then come as no surprise that they are in favour of capital punishment. A rather shocking new survey from the think tank More in Common found that when it comes to the death penalty, millennials – those born between the early 1980s and the mid-1990s – are the keenest of all age groups polled, with Gen Z trailing behind. Three in five – 58 per cent – of this age group are in favour, compared to an overall figure of 55 per cent of Britons who think the death penalty should be brought back for certain crimes, particularly terror-related offences and serial murder (some want rapists executed by the state too). The survey was carried out in the aftermath of the sentencing of 52 years to Axel Rudakubana, 18, who carried out the murders of three little girls attending a Taylor Swift dance class in Southport and injured ten more. He was 17 at the time so was spared a life sentence by the judge. The spike in support is understandable given the nerve struck by the idea of the young monster Rudakabana even possibly getting a chance to live out his dotage as a free man. Even so, it seems incredible that the generation that purports to be the most enlightened wants the criminal justice system to lay on a measure whose last manifestation in Britain was a state hanging – of Gwynn Evans and Peter Allen, for the murder of lorry driver John West, on August 13 1964. Let us be clear. We have monsters among us, born evil or made so. Some of these monsters commit the heinous crimes of age-old sick and sadistic misogyny, torturing, raping and murdering girls and women. We have also seen the emergence of the modern problem of Islamist terror, causing a constant stream of young men to indulge their grisly, insane appetites for glory and blood under the credo and guidance of terrorist groups operating around the world.
È profondamente peculiare. Uno da un lato, abbiamo generazioni più giovani su cui il pensiero svegliato è stato spinto al punto che, essendo impressionabili, sono diventati le sue più grandi cheerleader, chiedendo accesso a spazi sicuri, avvertimenti di innesco e onde di rimostranza ovunque vadano. A una percentuale relativamente elevata di 20 e 30-Sometings, semplicemente fare riferimento al sesso biologico è una micro-aggressione. In effetti, i più grandi problemi animati per loro sono la crisi del clima e il razzismo storico: sono rumorosamente dalla parte delle vittime e aspiranti vittime di ogni forma immaginabile di ingiustizia, vale a dire le "emarginate". D'altra parte, si stanno dimostrando di essere sempre più autoritari, spietati e disumani. Non dovrebbe quindi sorprendere che siano a favore della pena capitale. Un nuovo sondaggio piuttosto scioccante dal think tank più in comune ha scoperto che quando si tratta della pena di morte, i millennial-quelli nati tra i primi anni '80 e la metà degli anni '90-sono i più acuti di tutte le fasce d'età interrogate, con la Gen Z che segnala dietro . Tre su cinque-58 per cento di questa fascia d'età sono a favore, rispetto a una cifra complessiva del 55 % dei britannici che pensano che la pena di morte debba essere riportata per alcuni crimini, in particolare reati correlati al terrorismo e omicidio seriale (alcuni voglio anche gli stupratori eseguiti dallo stato).Il sondaggio è stato condotto all'indomani della condanna di 52 anni ad Axel Rudakubana, 18 anni, che ha effettuato gli omicidi di tre bambine che frequentavano una lezione di danza di Taylor Swift a Southport e ne hanno ferito altri dieci. All'epoca aveva 17 anni, quindi gli fu condannato a vita al giudice. Il picco di supporto è comprensibile dato il nervo colpito dall'idea del giovane mostro Rudakabana anche forse la possibilità di vivere il suo dotage come uomo libero. Anche così, sembra incredibile che la generazione che pretende di essere il più illuminato voglia che il sistema di giustizia penale si sdraiasse su una misura la cui ultima manifestazione in Gran Bretagna è stata uno stato appeso - di Gwynn Evans e Peter Allen, per l'omicidio del guidatore John West, il 13 agosto 1964. Siamo chiari. Abbiamo mostri tra noi, nati malvagi o fatti. Alcuni di questi mostri commettono i crimini atroci della secolare misoginia malata e sadica, tortura, violentando e uccidendo ragazze e donne. Abbiamo anche visto l'emergere del moderno problema del terrore islamista, facendo sì che un flusso costante di giovani uomini indulgano i loro raccapriccianti e folli appetiti per la gloria e il sangue sotto il credo e la guida di gruppi terroristici che operano in tutto il mondo.
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