If Benjamin Netanyahu had hoped the winter storms, which returned to Jerusalem with a vengeance last week, would deter the protesters, he was wrong. Outside his residence, tens of thousands of Israelis braved the lashing rain to chant furious slogans at him while the city’s police got busy with water cannons, with some smashing up the demonstrators’ cars. In barely credible scenes, an incandescent retired general was dragged away by officers and senior politicians knocked down. Their cause? Not the imposition of a sweeping new tax; nor even the resumption of fighting in Gaza, although that certainly spiced the brew. Instead, the grievance that prompted such fury was the dismissal of a shadowy intelligence official, Ronen Bar, the director of the Israeli Security Agency, commonly known as Shin Bet. The controversy has made little impact in the West, where the dismissal of a civil servant – fair or otherwise – would generally be regarded as within a prime minister’s proper remit. Yet in Israel, it is greeted by many as a step on the path to dictatorship; a potentially irrevocable escalation in the constitutional crisis that has been brewing since before Oct 7. On Thursday night, Mr Netanyahu’s coalition cabinet voted unanimously to dismiss Mr Bar, claiming a lack of trust in him. An unnamed source, understood to be close to the prime minister, later made the incendiary claim that the top spy had known about the Oct 7 attack hours before but failed to act.

Se Benjamin Netanyahu avesse sperato che le tempeste invernali, che sono tornate a Gerusalemme con una vendetta la scorsa settimana, avrebbero scoraggiato i manifestanti, si sbagliava. Fuori dalla sua residenza, decine di migliaia di israeliani hanno sfidato la pioggia sferzata per cantare slogan furiosi contro di lui mentre la polizia della città si è impegnata con cannoni ad acqua, con alcuni ha ridotto le auto dei manifestanti. In scene appena credibili, un generale in pensione a incandescenza è stato trascinato via da ufficiali e politici senior abbassati. La loro causa? Non l'imposizione di una nuova ampia tassa; Né la ripresa dei combattimenti a Gaza, sebbene questo certamente ha spettato la birra. Invece, il reclamo che ha spinto una tale furia è stato il licenziamento di un funzionario di intelligence oscuro, Ronen Bar, direttore dell'agenzia di sicurezza israeliana, comunemente noto come Shin Bet. La controversia ha avuto scarso impatto in Occidente, in cui il licenziamento di un funzionario - equo o altro - sarebbe generalmente considerato all'interno del giusto mandato di un primo ministro. Eppure in Israele, è accolto da molti come un passo sul percorso verso la dittatura; Un'escalation potenzialmente irrevocabile nella crisi costituzionale che si è prodotta da prima del 7 ottobre. Giovedì sera, il gabinetto della coalizione di Netanyahu ha votato all'unanimità per licenziare il sig. Bar, sostenendo una mancanza di fiducia in lui.Una fonte senza nome, intesa come vicina al Primo Ministro, in seguito ha affermato che la spia migliore aveva saputo circa le ore di attacco del 7 ottobre prima, ma non è riuscita ad agire.