“It’s the most humbling thing I’ve ever seen,” said Ford’s chief executive about his recent trip to China. After visiting a string of factories, Jim Farley was left astonished by the technical innovations being packed into Chinese cars – from self-driving software to facial recognition. “Their cost and the quality of their vehicles is far superior to what I see in the West,” Farley warned in July. “We are in a global competition with China, and it’s not just EVs. And if we lose this, we do not have a future at Ford.” The car industry boss is not the only Western executive to have returned shaken following a visit to the Far East. Andrew Forrest, the Australian billionaire behind mining giant Fortescue – which is investing massively in green energy – says his trips to China convinced him to abandon his company’s attempts to manufacture electric vehicle powertrains in-house. “I can take you to factories [in China] now, where you’ll basically be alongside a big conveyor and the machines come out of the floor and begin to assemble parts,” he says. “And you’re walking alongside this conveyor, and after about 800, 900 metres, a truck drives out. There are no people – everything is robotic.”

“È la cosa più umiliante che abbia mai visto”, ha detto l’amministratore delegato della Ford riguardo al suo recente viaggio in Cina. Dopo aver visitato una serie di fabbriche, Jim Farley è rimasto stupito dalle innovazioni tecniche introdotte nelle auto cinesi, dal software di guida autonoma al riconoscimento facciale. "Il loro costo e la qualità dei loro veicoli sono di gran lunga superiori a quelli che vedo in Occidente", ha avvertito Farley a luglio. "Siamo in una competizione globale con la Cina, e non riguarda solo i veicoli elettrici. E se perdiamo questa competizione, non avremo futuro in Ford." Il capo dell'industria automobilistica non è l'unico dirigente occidentale a essere tornato scosso dopo una visita in Estremo Oriente. Andrew Forrest, il miliardario australiano dietro il colosso minerario Fortescue – che sta investendo massicciamente nell’energia verde – afferma che i suoi viaggi in Cina lo hanno convinto ad abbandonare i tentativi della sua azienda di produrre internamente propulsori per veicoli elettrici. "Adesso posso portarti nelle fabbriche [in Cina], dove ti troverai praticamente accanto a un grande trasportatore e le macchine escono dal pavimento e iniziano ad assemblare le parti", dice. "E stai camminando lungo questo nastro trasportatore e, dopo circa 800, 900 metri, esce un camion. Non ci sono persone, tutto è robotico."